giovedì 3 marzo 2016

Protagora

Protagora (Abdera, 486 a.C. - Ionio, 411 a.C.) è ricordato come l'iniziatore di una delle più importanti scuole di pensiero della filosofia antica: la sofistica.

L'affermazione con la quale Protagora viene ricordato è: «L'uomo è misura di tutte le cose, delle cose che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono». Questa affermazione, pur sembrando una tautologia, rivela appieno il pensiero protagoreo, secondo cui la verità assoluta non rientra nelle possibilità cognitive dell'uomo, poiché egli è sì misura di ogni cosa, ma secondo i suoi criteri soggettivi: così quel che per un tale appare veritiera, per un altro potrebbe apparire mendace. 

Questa concezione relativistica della realtà trova fondamento nel fatto che, secondo Protagora, l'unica conoscenza che l'uomo può affrontare è quella offerta dai suoi sensi, vale a dire da ciò che appare. Conseguentemente, in relazione a qualsiasi realtà o entità trascendente - quale ad esempio Dio - l'uomo non può esprimere alcunché giacché esse sono fuori dalla portata dei suoi sensi; dunque egli non può affermarne l'esistenza così come non può propugnare la sua inesistenza.

Particolarmente importante è il ruolo del logos per Protagora: poiché questi è il mezzo attraverso cui si esprimono le opinioni e rende quindi possibile la comunicazione tra gli uomini, Protagora, ed in generale la sofistica, lo analizza con attenzione. Il filosofo di Abdera vi individua però un aspetto critico: attraverso il logos è, infatti, possibile predicare due tesi che offrono due interpretazioni diverse di una medesima realtà, e tuttavia nessuna delle due gode di una maggiore veridicità sull'altra, ragion per cui si crea una crisi linguistica, che rende di fatto impossibile stabilire con certezza assoluta una verità. Essa, in quanto relativa si offre alle diverse interpretazioni dell'uomo, ed attraverso il linguaggio si può al più riprodurre le ambiguità che si manifestano nella realtà, perennemente criptica ed ineffabile. 

Al problema del dissoi logoi Protagora propone un compromesso: presa coscienza del fatto che all'uomo non è dato conoscere la verità egli, poiché «misura di tutte le cose», può stabilire in relazione alla propria soggettività il grado di utilità e universalità di una data tesi. In questo modo sarà possibile, col tempo, elaborare pensieri che siano approvati dal maggior numero di persone e godano, cioè, di una crescente credibilità tra gli uomini, tale che sia ritenuta vera.

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